La nostra storia inizia così: col coraggio di mio nonno, Celestino Scarlatta.

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Nato nel 1898, Celestino Scarlatta (“al Tino”) impara a rimboccarsi le maniche già a 13 anni: maggiore di tre fratelli, rimane orfano del padre e provvede subito al sostentamento di tutta la famiglia.

Nel 1915 viene arruolato nella Prima Guerra Mondiale ed è tra i pochi fortunati che riescono a tornare a casa praticamente indenni.

Al suo rientro inizia a lavorare come muratore, ma capisce subito che non è il suo.

Siamo in pieno Dopoguerra e la situazione è ancora devastante, aspra, ma soprattutto povera.

Per tutti.

Si ricostruiva tutto quello che si era perso, si cercava lavoro e si pensava a come portare a casa la pagnotta. Celestino decide di prendere un’altra strada e di cambiare lavoro e per qualche anno lavora per la ditta Dubois, la prima azienda floricola sorta nel Biellese.

Poi, nel 1924, si mette in proprio.

In quegli anni, in tanti si sono rivolti alla terra e da lì raccoglievano i frutti del loro lavoro: patate, grano, mais…

… Anche mio nonno, ma a modo suo.

Agli occhi di tutti, mio nonno stava “piantando rovi”.

“Di’ Marietta, ma codì c’ël tò mat al pianta nen patate?”

“Marietta, come mai tuo figlio non pianta patate?”

Questa è la frase che la mamma di Tino si sentiva ripetere tutti i giorni.

I compaesani della famiglia Scarlatta erano chini a piantare qualsiasi cosa che potesse dar loro da mangiare, e in fretta

È normale che ai loro occhi quello che stava facendo mio nonno sembrasse folle.

Vedevano solo un giovane tornato dalla Guerra che, invece di pensare al sostentamento della sua famiglia, passava le sue giornate a piantare i rami ingarbugliati e spinosi, dei banali rovi da buttare via…

Ma mio nonno, in realtà, stava facendo ben altro…
Una cosa che in Italia quasi non esisteva.

Celestino Scarlatta è stato uno dei primi in Italia a coltivare le rose moltiplicandole per innesto.

Rose, non rovi!

Mio nonno ordinava quelle piccole piante di rose selvatiche direttamente dalla Francia per piantarle – suscitando lo stupore dei biellesi – e successivamente innestarle.

Il giudizio dei suoi compaesani riguardo ai suoi “esperimenti” era sempre lì, dietro l’angolo.


Ma è bastato un solo anno per farli ricredere…

I “rovi” che mio nonno aveva piantato e innestato sono sbocciati in splendide rose.

Ci era riuscito.

I primi anni ’30

Celestino incontra Cristina, un’abilissima sarta di cui si innamora e che si rivelerà un aiuto essenziale per la nuova attività.

In questi anni fa fare passi da gigante alla nuova azienda e crea un listino con decine e decine di varietà di rose che spedisce in giro per l’Italia. All’epoca si trattava di una vera e propria innovazione.

Il lavoro va bene, le rose che Celestino coltiva e innesta sono splendide… Così splendide che inizia a commerciarle in tutta Italia!

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E i suoi piccoli appezzamenti di terra a Vigliano Biellese, in via Lamarmora, iniziano a farsi stretti.

Così, nel 1933, decide di cambiare sede e di trasferirsi in via Milano, dove tutt’ora ha sede il nostro garden.

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Celestino (sulla destra) in un campo di rose con due suoi apprendisti

Il trasferimento

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Una fotografia di via Milano degli anni ’30.

La decisione non è stata presa così, su due piedi. È stata una scelta studiata nei minimi dettagli: a mio nonno serviva un posto con ampi terreni per le sue coltivazioni, ma che fosse anche in una posizione strategica e comoda per i trasporti e le spedizioni.

Ecco perché ha scelto via Milano (e quelli pratici di Biella possono capire perché).

Via Milano è una delle vie principali di tutto il Biellese, uno snodo perfetto per i carrettieri di allora (e più avanti per i camionisti).

Una posizione ottimale per i trasporti, ma non solo. Si è rivelata perfetta anche a livello geologico!

Proprio accanto alla sede di Celestino Scarlatta scorre la Chiebbia, un torrente che non gli avrebbe mai fatto mancare l’acqua per le sue coltivazioni.
E il terreno era incredibilmente fertile e privo di sassi. Perfetto per i campi.

Ed è proprio da qui che mio nonno Celestino dà il via alla nostra storia.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale

Gli anni passano e arriva presto un’altra Guerra, la Seconda Guerra Mondiale. Le difficoltà sono tantissime, ma questa volta Celestino non prende parte alla guerra e riesce a dedicarsi interamente alla sua azienda e alla sua famiglia.

Sua moglie Cristina è sempre al suo fianco. Il Tino e la Tina, li chiamavano.

Abile sarta, mia nonna Tina non si tira mai indietro quando si tratta di dare una mano in azienda, nemmeno per i lavori più pesanti e manuali, come la confezionatura delle rose, o la consegna di piccoli colli… Esclusivamente in bicicletta!

Intanto la famiglia si allarga e nel 1944, nasce il loro secondogenito Franco (mio padre), che a 14 anni parte per il Belgio per studiare in una scuola di florovivaismo e apportare, successivamente, le prime innovazioni nell’azienda di famiglia.

Gli inizi di mio padre:
Franco Scarlatta

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Franco fa ritorno a Vigliano Biellese nel 1961 e dà subito inizio ad una progressiva trasformazione meccanica dell’azienda, basandosi su tutto quello che ha imparato in Belgio.

Mette in secondo piano i lavori di fiorista e di giardinaggio e fa un ritorno alle origini, concentrandosi principalmente sull’elemento che ha dato il via a tutta la nostra storia: le rose.

E proprio come suo padre, trainato dal suo spirito innovativo, a fine anni ’60 Franco apporta un’altra grandissima novità nel mondo del vivaismo biellese.

Una novità che veniva direttamente dagli Stati Uniti e che ha segnato una vera e propria svolta nella vendita delle rose.

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Se prima ci si limitava a venderle a radice nuda, così com’erano, nel nostro vivaio la moda americana aveva già preso piede: le rose venivano finalmente vendute in un sacchetto accompagnato da una loro foto!

Una pratica che ora ci sembrerà scontata, ma per i tempi fu un enorme passo avanti.

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L’ampliamento e le innovazioni

Con il passare degli anni e l’ampliarsi dell’azienda, anche gli spazi in via Milano iniziano ad essere stretti. Mio padre si dedica interamente alle rose e ha bisogno di campi spaziosi per poterle coltivare. Così, per ovviare al problema, costruisce un nuovo capannone a Valdengo.

Ma la sua voglia di ampliarsi non finisce qui! Perché anche gli spazi di via Milano vengono presto ingranditi.

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Quindi, insieme alla sua energica e versatile moglie Laura, Franco decide di implementare la sua offerta e costruisce un Centro di Giardinaggio dedicato alla vendita al dettaglio!

Oggi, la nostra sede principale.

Nel 1971 nasco io, Davide: la terza generazione

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Io e mio nonno Celestino

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Io e mio padre Franco

Un po’ come mio padre, a 14 anni inizio i miei studi vivaistici alla Fondazione Minoprio, uno dei migliori istituti italiani per lo studio dell’ortoflorofrutticoltura. Fino ai 17 anni vivo lì su settimana e faccio ritorno a casa solo nel weekend: una vera e propria full immersion nel mondo del vivaismo.

Tornato a casa, inizio ad affiancare mio padre in azienda e a mettere in pratica gli insegnamenti di Minoprio e nel giro di pochi anni la nostra azienda si ingrandisce ancora!

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Nel dicembre del 1992 viene inaugurato il nuovissimo Centro di Giardinaggio, interamente dedicato alla vendita al dettaglio e che gestisco in prima persona.

L’apertura del Garden ha ricevuto un ottimo riscontro da parte del nostro territorio e sin da subito ho fatto sì che l’azienda si focalizzasse su tre cose principali:

  • La qualità della nostra merce
  • La qualità del nostro servizio

E quello che ancora oggi ci contraddistingue da tutti gli altri Garden…

La consulenza!

Curare la salute delle piante è sempre stata la mia più grande passione, tant’è che già dai primi anni 2000 i miei clienti più fidati iniziano a chiamarmi Il Dottore delle Piante.

Ed effettivamente, una consulenza è un po’ come una visita dal medico!
(E anche la mia calligrafia, effettivamente, la ricorda…)

Tant’è che, a fine consulenza, ero solito lasciare dei fogli ai miei clienti con su scritta la vera e propria “ricetta” per curare le loro piante, con i prodotti da utilizzare e gli accorgimenti che avrebbero dovuto prendere per farle tornare in salute.

Proprio come dal medico!

A distanza di più di vent’anni dall’inizio di questo percorso posso dirmi orgoglioso di portare avanti l’attività della mia famiglia, che ha saputo creare con amore e cura un’azienda.

E alla fine, quella “manciata di rovi” ha quasi cent’anni.